ANTICHE ARTI e MESTIERI

LABORATORI ARTIGIANALI

Laboratori artigianali con lavorazione di: stucchi, cornicitessuticerestampe artisticheceramicaoxolite e attività quali impagliatoricanestrailegatorieoreficerielavorazione del legno sopravvivono ancora nel centro storico di Lucca, nella Media Valle, in Versilia e in Garfagnana. Piccoli laboratori a gestione familiare, che si tramandano ancora un antico e ricco patrimonio artistico da generazioni. A partire dal XII sec.,la lavorazione della seta, porto’ prestigio e fama alla Repubblica di Luccagrazie alla produzione di pregiate stoffe vendute dai ricchi mercanti Lucchesi nelle corti di tutta Europa, a Principi e Re. Contemporeaneamente e nei secoli successivi altre numerose attivitàsi svilupparono sul tututto il territorio, sfruttando la materia prima a disposizione. Di seguito riepiloghiamo alcuni ANTICHI MESTIERI e LABORATORI ARTIGIANALI, di cui oggi solo in parte continuano questa antica arte.

LE STATUINE DI GESSO

Nella Media Valle del Serchio e precisamente nei Comuni di Coreglia AntelminelliBagni di Lucca e Borgo a Mozzano da ricordare i “Figurinai”, famosi per l’arte di produrre le statuine in gesso rappresentanti personaggi e figure religiose di presepi natalizi. Personaggi storici che dalla seconda metà del 1700 ai primi anni del 1800emigrarono in tutto il mondo divulgando questa tradizione secolare e ancora oggi in parte mantenuta. Il metodo per realizzare una statuina in gesso richiedeva infatti una grande esperienza ed abilità da parte dell’artigiano che era praticamente un artista, dipingendo poi a mano le singole statuette, raffiguranti Gesù Bambino, San Giuseppe, la Madonna, i Re Magi, i pastorelli, il bue e l’asinello,vendute poi in tutto il mondo. Negli anni più recenti, l’utilizzo di stampi in gomma ha reso più veloce e precisa la realizzazione delle statuine. Piccoli laboratori esistono ancora oggi, tra cui ricordiamo il laboratorio Barsanti a Bagni di Lucca.

LE FONDERIE ARTISTICHE

In Versilia a Pietrasanta, famosa città d’arte, importante l’attività di diverse Fonderie Artistiche in cui vengono realizzate in modo artigianale opere d’arte, sculture ed oggetti ornamentali in bronzo, ottenuti utilizzando l’antichissimo metodo di fusione a cera persa. Metodo tramandato dal passato, essendo già stato adoperato da civiltà antiche come quella Egizia e quella Greca.

I BOTTAI

Antico mestiere oramai scomparso legato alla lavorazione del legname, soprattutto quello di castagno con cui si costruivano botti, tini, strizzi e “bigonce”, attrezzi utilizzati dai contadini nella raccolta dell’uva e nelle cantine per la preparazione dei vini. A Focchia nel comune di Pescaglia esiste ancora oggi il laboratorio Malviventi che mantiene viva questa antica attività.

I METATI E I MOLINI

Sulle colline della Brancoleria, della Media Valle, della Garfagnana e dell’Alta Versilia nelle vicinanze dei borghi situati sulle pendici delle Apuane e sulle Colline Lucchesi, possiamo osservare la presenza di numerosi “metati”, piccoli edifici rurali in pietra a due piani posti in mezzo ai vasti boschi di castagni che testimoniano come fosse importante e vitale per la vita quotidiana, la raccolta di castagne da cui si otteneva la farina, alimento principale per la popolazione. Le castagne raccolte, venivano stese su cannicci o reti metalliche sostenute da listelli di legno, al primo piano dell’edificio, mentre al piano terreno veniva acceso un fuoco lento e mai spento, per far si che il calore provocasse la lenta e graduale essiccazione della castagna pronta per essere macinata, dopo la battitura che provvede a separare il frutto secco dal guscio esterno e dalla pellicola che lo ricopre. Il castagno per questa sua importanza alimentare era comunemente chiamato “albero del pane”. Notizie storiche riferiscono che furono gli Etruschi a portare la pianta in Italia centrale, proveniente dall’Asia Centrale (X sec. a.C.). All’essiccazione della castagna era strettamente legata la figura del Mugnaio, che nel proprio molino, provvedeva alla macinazione della castagna per ottenerne farina oltre a quella di grano e di mais. Oggi sono stati recuperati e rimessi in funzione anche se in parte solo a scopo dimostrativo e turistico, alcuni dei numerosi Molini presenti in passsato nella Provincia, funzionanti con le pale mosse dalla forza motrice dell’acqua. Sono visitabili oggi, il Molino Menicone a S. Martino in Freddana, il Molino Regoli a Pieve Fosciana e quelli di Fabbriche di Vallico, Barga, Benabbio, Villa Basilica e Vagli di Sotto, anche se alcuni solo a scopo dimostrativo. Interessanti a livello storico sono i ruderi di antichi molini, panifici e polveriere nel comune di Camaiore, in località Candalla visibili lungo un percorso naturalistico che si sviluppa lungo le sponde del torrente Lombrici.

I FRANTOI

Fino ad alcuni anni fà le olive venivano spremute nei vecchi frantoi con l’utilizzo di macine in pietra, le “molazze” oggi sostituite da moderni macchinari che però non intaccano la bontà del prodotto ottenuto.

LE CARBONAIE

Un’attività ormai scomparsa sempre legata ai boschi è quella dei carbonai che producevano il carbone utilizzando le carbonaie, piramidi coniche di legno ricoperte con zolle di terra e al cui interno alla base della cavità veniva mantenuto acceso un fuoco il cui calore provocava la carbonizzazione lenta del pezzo di legno.

LA TRANSUMANZA E GLI ALPEGGI

L’attività principale in passato dell’allevamento di mucche, ovini ma soprattutto di pecore, portò alla creazione nel periodo della transumanza durante il periodo primaverile ed estivo, di caratteristici villaggi rurali che servivano per il ricovero degli animali ma anche da residenza degli stessi pastori. Oggi sono ancora visibili diversi e antichi alpeggi, sorti su avvallamenti in zone fertili e di solito posti in alto sopra i paesi e caratterizzati dalla presenza di edifici rurali in pietra murati a secco e con tetti ricoperti da pietra arenaria. Troviamo in Alta Versilia quelli di TerrincaPuntatoCampenice e delle Caselle. In Garfagnana troviamo quelli di S. Luigi sopra Vallico di Sopra, di Campocatino a Vagli di Sopra e di Campaiana sopra Sassorosso. In quelli maggiormente estesi, venivano edificate anche delle piccole chiese o Oratori.

ESTRAZIONE E LAVORAZIONE DELLA PIETRA E DEL MARMO

La Pietra di Matraia, nota in Toscana come “macigno”, è stata da sempre destinata alla costruzione, all’ornamento, al rivestimento e alla pavimentazione per abbellire e rifinire antichi palazzi, piazze, chiese e monumenti storici di Lucca e del suo territorio. Viene tuttora estratta in alcune cave poste sulle colline lucchese a nord, sulle pendici dell’Altopiano delle Pizzorne in località Matraia. Nelle colline a sud, a Guamo, vicino al Compitese viene estratta la Pietra di Guamo, anch’essa utilizzata già nel Medioevo per la costruzione di Ville e per l’arredo urbano ed extra-urbano. Ricordiamo monumenti ed opere quali l’Acquedotto Nottolini e la Torre delle Ore realizzati utilizzando anche questa pietra. In Alta Versilia, a Cardoso viene invece estratta la Pietra di Cardoso, anch’essa molto pregiata e utilizzata per pavimentazioni. Numerose le attività estrattive di marmo presenti in Alta Versilia e Garfagnana sulle montagne Apuaniche. Le prime cave per l’estrazione del marmo risalgono all’epoca Romanica e in seguito famosi artisti come Michelangelo si interessarono allo sfruttamento di questo materiale utilizzato nelle loro opere. Oggi il marmo viene normalmente impiegato per produrre ogni cosa: oggetti d’arte, pavimentazioni, piastrelle, soprammobili, vasi, tavoli e oggetti lapidei. Importante l’utilizzo del materiale a livello artistico, nei numerosi laboratori di scultura presenti soprattutto in Versilia a Pietrasanta si realizzano a mano opere di grande valore, statue classiche ma anche capitelli e fregi a cui si affianca l’intarsio in marmo ed il mosaico, opera di artisti specializzati che realizzano vere opere d’arte, riproducendo su pareti, tavoli e pavimenti anche famosi dipinti. Diverse le varietà di marmi estratti: bianchi, bianchi venati e colorati (arabescati, bardigli, cipollini..). I bacini marmiferi per eventuali escursioni sono posti in Garfagnana a Minucciano in località Orto di Donna e Acquabianca, a Vagli nel Bacino di Arnetola mentre in Versilia sono situati sulle pendici del monte Corchia, del monte Altissimo e di altre cime Apuaniche.

LE MINIERE E LE FERRIERE

Da segnalare la presenza nella provincia a partire dai tempi antichi di numerose miniere da cui veniva estratto soprattutto ferro, ma anche altri minerali come l’argento, il mercurio, la pirite e la barite. Le attività estrattive si trovavano in Versilia nelle località di Valdicastello CarducciGallenaCalcaferroBuca della VenaSant’Anna di StazzemaLevigliani e in Garfagnana a Fornovolasco e Vergemoli. Quasi sicuramente furono in antichità gli Etruschi ad avviare l’attività estrattiva che è proseguita nei secoli fino alla definitiva chiusura di questa attività alla fine del 1900 non per esaurimento dei filoni di minerali ma per motivi economici (eccessivi costi di estrazione). Per secoli strettamente legati alle miniere furono i numerosi laboratori sorti nei pressi di torrenti utilizzando la forza motrice dell’acqua per la lavorazione del ferro. Oggi sono funzionanti e visitabili solo poche ferriere e precisamente quelle dei Barsi a Candalla nel comune di Camaiore, di Galgani a Piè Lucese nel Comune di Pescaglia, dei flli Graziani a Gragliana nel Comune di Fabbriche di Vallico e di Milani a Pomezzana nel Comune di Seravezza. Ferriere la cui produzione era basata principalmente su utensili agricoli come zappe, pennati, roncole, forche e vanghe o attrezzi per la casa come testai, coltelli, pentole, martelli, chiodi etc. Alcune località la presenza di questi laboratori in mano ad abili artigiani divennero famosi nei secoli. Da ricordare la fabbricazione di chiodi a Gombitelli e la forgiatura di spade a Villa Basilica la cui maestria dei fabbri era conosciuta in tutta Europa.

LA PRODUZIONE DI MONETE

Nel centro storico di Lucca ha sede la piu antica Zecca d’Europa, nata nell’anno 650 d.C., con produzione di monete protrattasi per ben dodici secoli, fino all’anno 1805. Lucca divenuta un Ducato Longobardo, ricevette da essi questo importante incarico. La prime monete coniate furono i “TREMISSI” realizzate in oro. La presenza di una Zecca, portava infatti notevoli vantaggi commerciali ed economici oltre ad un grande prestigio e per rendere riconoscibili le monete prodotte a Lucca, venne riprodotta nei secoli successivi, l’immagine del Volto Santo su di esse. La realizzazione di una moneta, iniziava con la fusione in una fornace del metallo ad esempio dell’oro, a cui seguiva dopo la fusione la fase della laminazione, del taglio, della battitura ed infine della cordatura, il tutto utilizzando una serie di strumenti quali il forno, il mantice, l’incudine, il mazzuolo, la pressa, il tagliolo e il bilanciere. Questa antico laboratorio oggi diventato museo, ci permette di conoscere i metodi e i segreti di questa antica arte.

LA LAVORAZIONE E LA PRODUZIONE DELLA CARTA

La fabbricazione della carta rappresenta per la Provincia di Lucca una tradizione secolare. Si hanno infatti notizie già nel XIV sec. che testimoniano gli inizi di questa attività. Nei secoli successivi soprattutto a partire dalla metà del XVI sec. si ha l’apertura delle prime cartiere a Villa BasilicaVorno e Piegaio. Ricordiamo alcune di esse che nel 1700 producono carta, tutte sfruttando la forza motrice dell’acqua fornita dalle limpide acque dei torrenti Rio Vorno, il torrente Lima e il torrente Pescia, come la cartiera Tegrimi a Vorno, la Biscotti a Villa Basilica, la Montecatini a Piegaio, la Nocella ad Anchiano e la cartiera Buonvisi. Nei secoli successivi lo sviluppo industriale porta nuovi macchinari che permettono l’apertura di grossi stabilimenti in pianura nei comuni di Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Capannori, Castelnuovo Garfagnana, Porcari ed Altopascio, stabilimenti che si estendono in larghezza e non più legati alla presenza di torrenti. Ciò comporta la chiusura delle più piccole cartiere sorte sulle sponde dei torrenti nei secoli precedenti non più competitive a livello di costi. Anche la cartapaglia, prodotta nelle cartiere di Villa Basilica, così chiamata per l’utilizzo nell’impasto di paglia da cui ne cderivava il colore giallo, ottenuta con un processo di lavorazione che consisteva nel mettere, alternando in una buca nel terreno, strati di paglia e soda poi ricoperti di acqua e lasciati a macerare per diversi mesi. La produzione di questo tipo di carta da involgere, verrà sostituita in seguito per norme igeniche, dalla carta alimentare oleata migliore anche per la sua resistenza.

LE FORNACI

Per secoli la produzione di mattoni nelle numerosi fornaci della provincia, ha rappresentato un’importante attività lavorativa andata poi scomparendo. Ne sono testimonianza le numerose ciminiere in mattoni rossi che ancora oggi notiamo sul territorio che si innalzano per decine di metri verso il cielo.

I SIGARI TOSCANI

Un discorso a parte merita la lavorazione e la produzione del famoso “Sigaro Toscano“, apprezzato in tutto il mondo. La sua data di nascita, il 1818 fu casuale, in seguito all’utilizzo di tabacco del tipo Kentucky, che rimasto all’aperto sotto le intemperie delle stagioni, e sotto il sole estivo, fu utilizzato per la preparazione di sigari economici che divennero in breve famosi, grazie al sapore intenso e gradevole che emanevano. Ancora oggi si contiinuano a produrre questi sigari, realizzati rigorosamente a mano rispettando la tradizione artigianale.